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Dicono di me*

Gualtiero Villa nasce nella cucina di un grande ristorante e viene posto, qualche minuto dopo, direttamente in una culla attrezzata sul piano inferiore di un forno ventilato. L'ambiente lo porta immediatamente a sviluppare un'inaspettata affinità' alla gastronomia. Al taglio del cordone ombelicale il pargolo si fa subito notare imponendo all'ostetrica di recidere con angolazione di 45 gradi rifinendo i bordi con uno spelucchino e congelare il tutto con un abbattitore di temperatura dopo aver infarinato la parte. Subito viene svezzato con biberon di besciamella e fondo bruno. Prima di imparare a camminare e' già' in grado di legare un arrosto con sette tipi diversi di nodi e di affettare cinque chili di cipolle in 4 primi e 7 secondi nettiLe sue qualità' vengono definitivamente notate all'asilo dove, in un pomeriggio di maggio, riesce a cuocere Cailles en Sarcophage all'Imperiale per 64 persone (tra alunni, maestri e bidelli) con il solo utilizzo di un Dolce Forno Harbert. Alle elementari, dopo due giorni, esautora con un colpo di mano i cuochi della mensa e in breve la cucina scolastica diventa meta di personalità' del mondo gastronomico, segnalata nella guida Michelin con sei stelle, due pianeti e cinque comete. Al ricevimento parenti Gualtiero tiene comizi sulle tecniche di chiarificazione del burro, a lui viene chiesta la valutazione dei maestri: da ricordare la bocciatura netta inferta dal Villa alla signora Arpignetti, maestra prossima alla pensione, rea di aver cotto a casa propria patate non sbianchite per una cena con le sue amiche del ramino. Durante i primi anni di scuola media accade l'evento che cambia definitivamente il corso della sua storia lavorativa: durante una delle sue ormai famose acrobazie ai fornelli, mentre con una mano sta governando un risotto, con l'altra arrangia sedici piatti di portata, piroettando sul piede d'appoggio scivola su un cespo di lattuga lasciato impunemente da un suo discepolo e cade in un pentolone di brodo tiepido. La reazione chimica che ne deriva muta il suo patrimonio genetico e ne consolida i superpoteri gastronomici: dal giorno successivo, semplicemente con l'imposizione delle mani riesce a mantenere in lievitazione un soufflé', roteando un dito nell'aria forma la maionese direttamente all'interno delle uova e con un'occhiata cattiva può' arrostire uno stinco di maiale da 5 chili. Raggiunta la maturità' e acquisita la sensibilità' sociale decide di scendere in campo per il bene di tutti. Al motto di "più' crespelle per tutti", conquista quindici seggi in parlamento per semplice acclamazione, che vengono apparecchiati con posate di platino e piatti in oro zecchino regalati fondendo le fedi delle sue sostenitrici. Nel frattempo, i suoi approfonditi studi del settore, lo portano a diventare uno dei più' grandi teorici gastronomici: sua, per esempio, la Teoria della Chiarificazione Deflazionistica del Burro, che apre nuove strade alla fisica quantistica e alla spiegazione del perché' una fetta di pane imburrata cade sempre sui tappeti dalla parte del burro, e la LDCO, Legge della Deglassatura Condizionata Orizzontale, con la quale sfiora il premio Abel per la matematica, Nobel per la fisica e la Palma d'Oro al festival del cinema di Cannes. Il Villa decide quindi di dedicarsi all'insegnamento: supera l'obiettivo di raccogliere a se' dodici apostoli e trova invece più' di sedici servili adepti che, imploranti, vengono dispensati di frammenti del suo sapere a cadenza settimanale. Pronti a qualsiasi prova venga loro imposta sono stati avvistati prendere a mani nude pentole uscite dal forno a 230°, proporre (dispensati) i propri arti in assenza di carne di manzo, camminare sorridenti a piedi nudi su tappeti di risotto incandescente, cantando odi angeliche.

* ( Quelli del mio F.C. di F.B. )

1 commento:

Baby ha detto...

Gaul...davvero, non ho parole!sei fantastico!mi hai fatta ghignare come una scema!!!

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